Dati tecnici:
La cima Laste è nel gruppo montuoso della Presanella.
Per raggiungere la Cima Laste dobbiamo andare in Val di Sole. Dall’uscita autostradale di S.Michele all’Adige, a Nord di Trento, salire verso Cles e quindi proseguire per il Passo del Tonale prima del quale, 20 km circa, troveremo l’abitato di Pellizzano dove prenderemo la strada che ci porterà a Fazzon, lago dei Caprioli a 1300m circa. Da qui parte il sentiero che porta alla Malga Alta e quindi al rif. Artuich a circa 2000 metri, ci sarebbe anche una strada sterrata che porta fin quasi al rifugio ma è percorribile solo con il permesso rilasciato dal comune di Pellizzano. Eventualmente si volesse pernottare al rifugio è possibile richiedere la chiave al comune per il locale con i letti, un locale con tavola e stufa a legna è comunque sempre aperto, appena fuori dal rifugio c’è anche l’acqua. Dal rifugio per sentiero N°203 attenzione non salire in Val Gelada, ma al primo bivio andare a sinistra per il Lago Azzurro che si trova proprio sotto la Cima Laste.
Relazione vie:
C’ERA UNA VOLTA:
La salita si svolge sul pilastro centrale della parete ed è stata salita dal basso con stile classico quindi chiodi, friends e nut, le soste sono ottime e sempre con due chiodi, la terza sosta è in comune con la via di G. Voltolini e quindi ci sono due spit da lui piantati. L’inizio è caratterizzato da un grande diedro curvo a sinistra dello zoccolo del pilastro, quello è il tiro più difficile della via.
Dal diedro si traversa a destra con un delicato passaggio e poi si sale diritti in direzione di uno strapiombo scuro, spesso bagnato, superato il quale si raggiunge la prima sosta. Da li a sinistra per prendere un altro diedrino che ci condurrà alla sosta. 20 metri di roccette facili fino ai due spit della via che incrociamo. Il nostro itinerario va a destra sul filo del canale che solca la parete, 55 metri fino alla sosta da dove traverseremo decisamente a destra per raggiungere l’ultima sosta.
Per raggiungere la cima traversare a destra e seguire il canale detritico, non attrezzato, fino alla cima, occhio all’orario e ai pericoli di caduta pietre.
Il passaggio obbligatorio più difficile è di settimo inferiore.
Nel complesso la valutazione della via è ED. Lunghezza 300 metri circa.
Discesa in corde doppie lungo lo stesso itinerario, attenzione all’ultima doppia, da non fare direttamente dagli spit della terza sosta ma, sempre dagli spit fare una doppia di 20 metri fino alla seconda sosta e quindi con una finale di 60 metri si è alla base.
Totale chiodi 25 più due spit alla terza sosta.
La prima ripetizione di questa salita è stata fatta da Mirco Dezulian con Paolo Bezzi nel settembre 2003.
Linea d’ombra:
La via percorre l’evidente fessura a sinistra delle grandi placche grigie e del grande diedro che le solca.
Anche questa via è stata salita utilizzando parametri classici ma con maggiori difficoltà della precedente. Salire il facile zoccolo iniziale di circa 20 metri. Sosta da attrezzare con friend e nut.
Proseguire in direzione di un diedro grigio che ci condurrà ad una spaccatura e alla sosta con un cordino incastrato. Traversare a destra e superare il bellissimo diedro di sesto più fino alla sosta successiva. Traversare a sinistra e prendere una fessurina che ci porterà ad un piccolo strapiombo che sorpasseremo sulla destra con una delicata traversata, attenzione ai massi instabili, questo è il tiro più difficile della via. Ora a sinistra seguendo la fessura che si allarga fino al filo dello spigolo. Per facili roccette verso destra e sostare appena sotto il canale che porta alla vetta. Da quest’ultima sosta con una fettuccia nera attorno ad un sasso inizia la discesa che con tre doppie da sessanta metri ci riporterà alla base della parete.
Prima ripetizione Thomas e Silvestro Franchini agosto 2009. Il passaggio obbligatorio più difficile è di ottavo meno e la salita nel complesso è stata valutata Ed . Lunghezza totale circa trecento metri compreso il facile canale non attrezzato che porta in vetta.
Totale chiodi 15 comprese le soste.